Il Caffè dell’Inferno, antico tempio della trasgressione a Parigi
Le Cafè de L’Enfer – Il caffè dell’inferno – è un baluardo della Parigi più pittoresca e stravagante: la Parigi del Burlesque e del Cabaret, la Parigi della trasgressione, del divertimento notturno e dei mille colori.
Questo cabaret ha aperto i battenti verso la fine del XIX secolo, attirando fin a subito una clientela colta, intellettuale e vivace, che apprezzava l’ironia del “gentiluomo che si gusta un aperitivo all’inferno!”, oppure, per dirla con le parole del celebre autore Oscar Wilde: “Heaven for the Weather, Hell for the company” (Il paradiso per il tempo, l’inferno per la compagnia).
Tanto per aggiungere ancora più carne al fuoco, Le Cafè De L’Enfer si trovava esattamente nel quartiere di Pigalle, lo stess in cui ancora oggi è possibile visitare templi storici del divertimento parigino, come il Moulin Rouge, altro importante esempio della teatralità e dell’ironia della vita notturna parigina durante il periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Le poche fotografie rimastre mostrano la singolarità di questo luogo, a metà tra il grottesco e il meraviglioso. Un posto magico a metà tra il comico e il tragico.
Il tema dell’inferno richiamava una vera e propria ritualità all’interno del locale. L’ingresso era composto dalla bocca spalancata di un mostro e al suo interno i camerieri erano vestiti da diavoli e i clienti giocavano il ruolo dei “peccatori”. La sala principale aveva l’aspetto di una grotta le cui pareti erano decorate con altorilievi raffiguranti mostri e dannati.
Durante e dopo la cena si poteva assistere a spettacoli a tema, immersi in un’atmosfera composta da fumo, fiamme e grida di terrore.
Accanto al Cafè de L’Enfer si trovava il Cabaret Le Ciel, ispirato invece al paradiso. Qui, i clienti venivano accolti da camerieri vestiti da angeli, con ghirlande di fiori e tniche bianche in un’atmosfera “celestiale”. Gli ironici spettacoli erano trattavano temi religiosi ed ecclesiastici.
È un peccato che questi posti non siano sopravvissuti agli anni, ma comunque rimarrano sicuramente sempre nella storia di Parigi.
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