Albi: la piccola città episcopale patrimonio dell’umanità

Lungo le rive del fiume Tarn, nella regione dei Midi-Pirenei, si trova Albi, una città con un’atmosfera e colori unici: rosa tenue al mattino, arancio acceso al pomeriggio e rosso scuro la sera.

Originariamente abitata dai Celti ed in seguito dai romani che le diedero il nome di Albigia, fu qui che nel medioevo si sviluppò il gruppo eretico dei catari, che presero dalla città il luogo di Albigesi.

Nello stesso periodo furono inoltre costruiti il Ponte Vecchio, che è ancora oggi praticato ed utilizzabile dopo più di 1000 anni dalla sua costruzione, e la Basilica di Santa Cecilia, il più grande edificio in mattoni del mondo. La basilica è particolare per il forte contrasto tra l’austerità dell’esterno, in mattoni rosa, e le ricche decorazioni dell’interno, dove si possono apprezzare affreschi, dipinti ed un organo del diciottesimo secolo.

Grazie alla basilica e al suo centro scrittorio, la città ebbe un periodo di forte sviluppo: il Ponte Vecchio venne fortificato con un ponte levatoio, la città venne divisa in quartieri circondati da mura e nei suoi sobborghi sorsero mulini e fattorie. Si sviluppò inoltre la coltivazione del guado, una pianta dalla quale si poteva estrarre un pigmento azzurro: la produzione di coloranti divenne ben presto una delle attività più floride della città nel periodo rinascimentale, come testimoniato dai grandi palazzi realizzati dai mercanti, ancora oggi visibili e visitabili.

Gli stessi mattoni utilizzati nella costruzione della basilica, i tipici mattoni rosa di Albi, furono utilizzati per il centro storico, che nel 2010 è stato inserito nella lista dei luoghi considerati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Esso è infatti uno dei meglio conservati della Langue d’oc, realizzato nello stile tipico della regione. Degno di nota è anche il Palais de la Berbie, l’ex palazzo arcivescovile costruito nel medioevo come una fortezza. In epoca rinascimentale all’edificio furono aggiunti dei giardini, che ancora oggi costituiscono una delle principali attrazioni turistiche del centro abitato.


Foto di Jean-Christophe BENOIST

Una parte importante della storia della città è costituita dai cosiddetti Mulini di Albi, un complesso commerciale sorto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. A discapito del nome, non producevano soltanto farina ma anche prodotti finiti, come ad esempio cappelli, la cui produzione costituì nell’ottocento un’attività molto florida per la cittadina.

Albi diede inoltre i natali all’artista francese Henri de Toulouse-Lautrec, al quale è dedicato il Musèe Toulouse-Lautrec, che contiene la più grande collezione al mondo dedicata all’artista, con oltre mille pezzi tra disegni e dipinti.

Uno dei periodi migliori per visitare Albi è senza dubbio quello invernale: a ridosso delle festività, infatti, la città si anima di mille colori e decorazioni, ed è possibile visitare i tipici mercatini natalizi e gustare le specialità tipiche della zona.

Albi

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