Molti li conoscono principalmente come fantasia animata dei cartoni TV, meglio nota come “Gargoyles, il risveglio degli eroi”, serie prodotta dalla Disney e trasmessa circa un ventennio fa negli USA, nel Canada e in seguito in Europa. Questi “mostriciattoli e feroci omuncoli” non sono altro che une una rappresentazione di quelli presenti sulla Cattedrale di Notre-Dame.
È doveroso precisare subito che questi mostri orripilanti posti nei vari angoli della cattedrale parigina hanno tutt’altro significato, sono prevalentemente decorative e di certo non hanno alcun legame con esoterismi o misteri di alcun genere. La prima cosa che colpisce l’osservatore è la fantasia creativa di chi ha realizzato queste figure così mostruose poste poi sulla sommità di una delle chiese più celebri al mondo.
Quando parliamo di gargoyles, però, è doveroso innanzitutto fare un’importante distinzione tra due categorie: le gargouille (in francese è femminile), che ornano gli sbocchi delle grondaie e le chimere (in francese “chimères”), che invece hanno un puro scopo decorativo. Le prime sono di epoca medievale, mentre le seconde sono state aggiunte alla fine dell’Ottocento dall’eclettico architetto Eugène Viollet-le-Duc.
A differenza di molte altre cattedrali medievali, le chimere di Notre-Dame sono un falso storico quindi, non presente nel progetto originale del periodo gotico. Queste figure demoniache, tradizionalmente prese dalle Sacre Scritture e dall’universo pagano e posizionate a guardia del tempio, assumono qui un altro interessante significato.
Lo storico americano Michael Camille, è convinto infatti che Eugène Viollet-le-Duc, con queste figure volesse demonizzare le sue ossessioni in una Parigi probabilmente “grigia” dell’Ottocento. Di fatto furono fonte d’ispirazione anche per lo scrittore e poeta Victor Hugo, noto per le sue opere letterarie romanticamente malinconiche, ma forse fu frutto solo della sua vita travagliata!
Le chimere, 54 mostri apparentemente a guardia lungo il perimetro della cattedrale, altro non sono che l’immaginario di una classe sociale vista come barbara dalla borghesia parigina. Che in quel periodo vedeva invasa la loro bella città da orde di popolani delle perdute steppe di Francia, da qui la percezione di “brutti, sporchi e cattivi” che in qualche modo inorridiva i raffinati benpensanti e benestanti.
In altre parole quei mostri non sono altro che delle decorazioni, seppur spaventose, ma che non hanno nulla a che fare con la Cattedrale in senso simbolico, la bruttura che rappresentano è solo la caricatura dei quei francesi non integrati, o meglio non borghesi e alto locati. Proletari rappresentati come mostri, un fabbro poteva essere visto come un mostro con le corna e denti spaventosi, oppure un semplice operaio muratore immaginato come un mostro alato e così via.
Nella Parigi dell’Ottocento c’era una certa distinzione tra classi, (oggi lo chiameremmo razzismo), e ovviamente la borghesia era quella che dominava e viste le ossessioni che ispiravano i “gonzi” delle terre sperdute di Francia, evidentemente si sentiva minacciata da questa barbara invasione.
In effetti, Parigi vanta una delle maggiori espansioni urbanistiche proprio sul finire dell’Ottocento, è quindi lecito pensare che in migliaia arrivarono dalla provincia verso la città, per fare un parallelo possiamo paragonarlo alle ondate degli immigrati che arrivano oggi in Europa, con tutti i possibili sviluppi e problemi sociali.
La cosa in un certo senso quadra, Eugène Viollet-le-Duc con i suoi mostri non ha fatto altro che raccontare un periodo di transizione e cambiamento della città, che evidentemente i benestanti non accettavano di buon grado, eppure quei mostri, sono quelli che in fondo hanno costruito Parigi!
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