La Francia è una terra fertile per il mondo del cinema sin dai suoi inizi. Si può dire che con le opere dei fratelli Lumière il cinema è nato qui. I due inventarono infatti il proiettore cinematografico e furono tra i primi cineasti della storia, ma non riconobbero subito l’importanza della loro scoperta definendola essi stessi “un’invenzione senza futuro”.
Qualche anno dopo Georges Méliès mischiò il cinema alla magia, sfruttando questo nuovo mezzo di narrazione per raccontare delle storie, stupendo il pubblico grazie ai primi effetti “speciali”, creati attraverso l’uso di dissolvenze e un montaggio ad hoc.
Negli anni ’20 le avanguardie prendono il sopravvento nel mondo dell’arte, in particolare negli ambienti di Parigi. Qui molti artisti rimangono affascinati da questo mezzo che permette alle immagini di avere un movimento. Così diversi artisti del calibro di Fernand Léger e Marcel Duchamp elevano il cinema ad un’arte vera e propria. Non raccontando una storia, prerogativa dei film, questi lavori sono classificati nel ramo della videoarte (per cui non presenti nella classifica dell’articolo).
Successivamente è Jean Renoir, con il suo sguardo poetico sul mondo, a portare avanti il cinema francese. Ma è negli anni ’70 che il cinema francese raggiunge il punto massimo del suo splendore con l’arrivo della Nouvelle Vague. Questo movimento, ispirato in parte dal Cinema Moderno di Fellini, si poneva in contrasto con tutte le regole dinematografiche del cinema hollywoodiano, con lo scopo d’illustrare la realtà e non la finzione e la teatralità cinematografica di film come “Via col vento”.
Girati spesso con mezzi di fortuna, nelle strade o in appartamenti, hanno la sincerità di un racconto intimo di una nuova generazione, inquieta. Le sceneggiature venivano spesso improvvisate e i “set” cinematografici venivano accuratamente evitati. Tanti registi, ancora oggi conosciuti in tutto il mondo, furono coinvolti in questo processo che rese grande il cinema francese: Claude Chabrol, François Truffaut, Jean-Luc Godard, Eric Rohmer e Alain Resnais. Per citarne alcuni.
Negli ultimi anni il timone è passato a Luc Besson, orientato verso un cinema più di largo consumo e ai pregevoli e contemporanei François Ozon e Michel Gondry.
Di seguito i 10 film francesi più belli di sempre elencati in ordine cronologico:
Viaggio nella Luna
di Georges Méliès (anno: 1902)
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La passione di Giovanna d’Arco
di Carl Theodor Dreyer (anno: 1928)
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La grande illusione
di Jean Renoir (anno: 1937)
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Hiroshima mon amour
di Alain Resnais (anno: 1959)
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I cugini
di Claude Chabrol (anno: 1959)
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I quattrocento colpi
di François Truffaut (anno: 1959)
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Fino all’ultimo respiro
di Jean-Luc Godard (anno: 1960)
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Jules e Jim
di François Truffaut (anno: 1961)
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Léon
di Luc Besson (anno: 1994)
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Se mi lasci ti cancello
di Michel Gondry (anno: 2004)
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