La Statua di Enrico IV a Parigi e il tesoro ritrovato al suo interno

La statua di Enrico IV, situata sul Pont Neuf, nasconde una storia decisamente misteriosa che migliaia di passanti ignorano pur trovandosi spesso davanti per attraversare il ponte e raggiungere la splendida place Dauphine.

L’opera, realizzata dallo scultore Giambologna, fu inaugurata in pompa magna nel 1614, per onorare il sovrano francese che fu il primo della dinastia Borbone. Enrico IV di Borbone, detto Enrico il Grande o Vert Galant, venne assassinato solo quattro anni prima da un fanatico religioso mentre si recava alla fortezza della Bastiglia. A lui è attribuita la celebre frase “Parigi val bene una messa”, che pare venne pronunciata in occasione della sua conversione al cattolicesimo (per poter ambire al trono senza dover temere le rimostranze e le ripercussioni della Lega cattolica, Enrico IV, che era ugonotto, decise infatti di abiurare e convertirsi).

Fu un re ben voluto dal popolo francese che divenne famoso per aver posto fine alle guerre di religione tra cattolici e ugonotti, e per aver istituito in tutta la Francia il primo esempio di norma di tolleranza religiosa. Tuttavia, con l’avvento della Rivoluzione Francese, le opinioni dei francesi sulla monarchia cambiarono radicalmente in favore delle nuove idee illuministe e repubblicane. Di conseguenza nel 1793, a pochi anni dallo scoppio della Rivoluzione, la tomba di Enrico IV venne aperta e la testa del sovrano trafugata.

Una sorte simile toccò alla statua del re: i rivoluzionari la presero d’assalto, distruggendola fino a quando non ne rimase più nulla. Due secoli dopo, Luigi XVIII si operò per la rinascita del monumento e il 25 agosto del 1818 una nuova scultura venne inaugurata per la seconda volta.

Quello di Luigi XVIII fu certamente un tentativo di riaffermare e rinforzare l’immagine del potere monarchico davanti agli occhi dei parigini; ciò che era sfuggito al sovrano, o a chi prese la sfortunata decisione per lui, erano tuttavia le idee politiche dello scultore incaricato di realizzare la statua. François-Frédéric Lemot, questo il suo nome, lavorava insieme ad un gruppo di operai tra i quali pare si trovasse un certo Mesnel.

Quest’ultimo non aveva mai nascosto di avere idee tendenti non tanto alla monarchia quanto ad un più nostalgico bonapartismo (Napoleone era da poco stato sconfitto a Waterloo e scontava il suo esilio all’isola di Sant’Elena). In un periodo così ricco di sospetto come quello del regno di Luigi XVIII nacquero in fretta storie su come l’operaio avesse nascosto diversi opuscoli ostili alla corona, nonché una statuetta di Napoleone, dentro il braccio di Enrico IV. Con il passare del tempo nessuno prese mai sul serio una storia così sciocca e decisamente goliardica.

Nel 2004, quasi duecento anni dopo la sua inaugurazione, la statua venne coperta al pubblico per essere restaurata. Ed è stato così che gli addetti ai lavori si sono trovati davanti ben sette scatole di piombo fuso sulle quali c’era inciso proprio il nome di Mesnel. Al loro interno, a conferma delle leggende, si trovavano testi contro la monarchia, scritti di Voltaire e Sully, e oltre una dozzina di monete che raffiguravano spaccati della vita della famiglia reale.

Statue équestre d’Henri IV

Pont Neuf – 75001 Paris
Metro: Pont Neuf